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Quella che Carlo Levi definì "Civiltà Contadina" si rispecchia nei rapporti interpersonali. Specie nei rapporti con il mondo esterno nei cui confronti sacra risulta l'ospitalità.
Presso le popolazioni del Parco il forestiero perde la connotazione di estraneo ed acquista quella di ospite gradito.
Un momento importante della vita sociale di queste comunità si ha all'atto della celebrazione delle feste patronali; in questi casi ai rituali sacri si associano sovente riti ritenuti paganeggianti come i culti arborei legati alle tradizioni dei maggi. Un aspetto rilevante di queste celebrazioni (Maggi, Campanacci, Carnevali) è legato agli scambi di ruolo tra le varie categorie sociali.
Nella conduzione delle manifestazioni il ruolo di protagonista non è prerogativa delle classi privilegiate, ma è un ruolo che si conquista sul campo mediante la dimostrazione delle proprie capacità.
Regione caratterizzata da una profondissima fede religiosa e, ancora oggi, legata ad antiche tradizioni, la Basilicata presenta luoghi, come quelli rientranti nell'area del Parco, in cui sopravvivono usi e costumi la cui origine si perde nella notte dei tempi. Numerosi e dallo straordinario impatto emozionale sono gli eventi folcloristici che animano, durante l'intero arco dell'anno, i comuni di Accettura, Calciano, Castelmezzano, Oliveto Lucano e Pietrapertosa.
Così oltre alle consuete feste patronali, vengono di frequente organizzate sagre, manifestazioni culturali e musicali, fiere di prodotti locali, degustazioni di piatti tipici, eventi questi in grado di svolgere un importante ruolo di aggregazione e di attrazione turistica.
Basti pensare, solo per fare alcuni esempi, alla "Festa di Primavera" che si svolge il 25 Aprile e alla "Notte dei Forni" che si svolge in agosto, entrambe ad Oliveto Lucano. A Calciano dal 1 al 31 Agosto hanno luogo le Sagre de "un grummuridd" (involtini di agnello e capretto), de "uppdegn" (pannocchia cotta in acqua e sale) e della "Pasta" (cavatelli, orecchiette e fusilli), accompagnate da mostre di pittura e cinepresa; sempre a Calciano il 16 Marzo ha luogo la Sagra "dei fagioli".
Degne di nota sono anche gli eventi Pietrapertosa: "Sulle tracce degli arabi" in Agosto e "Sapori d'Autunno" nel ponte del 1 novembre.
Dal variegato e pittoresco quadro delineato, è facile comprendere l'importante ruolo di coesione svolto dalle feste popolari che animano questi luoghi. La cosa più straordinaria è senza dubbio la incondizionata partecipazione di tutti, come testimoniato dal ritorno al paese di numerosi emigranti per consumare un rito che il più delle volte affonda le sue radici in rituali precristiani.
Molte sono infatti le feste che si dividono tra il motivo religioso e quello pagano: basti pensare ai Maggi, feste tipicamente pagane. Si tratta di culti arborei celebrati ad Accettura, Oliveto Lucano, Pietrapertosa e Castelmezzano, in cui si esprime, in maniera del tutto evidente ed inequivocabile, lo strettissimo rapporto che la popolazione ha con l'ambiente circostante, caratterizzato da imponenti montagne e fitti boschi.
Una particolare importanza rivestono le feste denominate Maggi, espressione unica in Italia delle comunità montane nell'area del Parco di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane. In queste feste si esprime il rapporto strettissimo che la popolazione ha con l'ambiente circostante caratterizzato dalle montagne e i fitti boschi.
Si tratta dei Culti Arborei celebrati ad Accettura, Oliveto Lucano, Pietrapertosa e Castelmezzano. Questi hanno in comune la rappresentazione dell'unione tra un albero ad alto fusto, un Cerro (il Maggio), che rappresenta il maschio, ed una Cima, la regina del bosco solitamente un agrifoglio. I due alberi vengono tagliati nei boschi e trasportati in paese attraverso un rito particolarmente suggestivo a cui partecipano centinaia di persone accompagnati dal suono delle zampogne dei pifferi e dei tamburi.
Il Maggio è trainato da numerose coppie di buoi. Durante il tragitto vi è una sosta nella quale si ripone il Maggio ed i "maggiaiuoli" si riposano: in questo momento canti e balli, ancora una volta, accompagnano la sosta. Si giunge infine in paese dove avviene l'incontro fra il Maggio e la Cima.
Il giorno dopo si da inizio al matrimonio fra il Maggio, il tronco, e la Cima, la chioma. Il rito prevede la preparazione dello sposo, il Maggio, e della Cima, la sposa, il giorno della Pentecoste. Nel momento in cui le due parti sono unite ad incastro, il matrimonio è consumato e la festa inizia con la musica e le danze caratteristiche. L'albero ottenuto dall'innesto è issato in fondo alla piazza.
Coperto di doni è pronto per la scalata finale effettuata da giovani che si cimentano mettendo in mostra la propria forza fisica e abilità. Il Maggio rimane in piazza fino al giorno del Corpus Domini.
Il Maggio di Accettura
La festa del Maggio di Accettura è una festa folcloristica, conosciuta per il suo carattere popolare. Rappresenta un unicum a livello europeo per il sincretismo dei caratteri popolari e pittoreschi.
Accettura è stata fondata tra il IV e il X secolo, durante la dominazione Longobarda, o, più probabilmente, alla fine delle guerre sociali, ovvero nel 1° secolo a.C. dopo la vittoria di Silla su precedente insediamento lucano-enotrio. La festa del Maggio si pensa sia legata a queste origini.
La massiccia boscosità del paesaggio in cui vive la popolazione costituisce lo scenario naturale ed umano della festa, che si celebra durante la Pentecoste. Ha una duplice valenza: religiosa e pagana.
Per quanto riguarda l'aspetto religioso, la festa si svolge in onore di S. Giuliano, anche se la sua ricorrenza è il 27 Gennaio, perciò è soprattutto una festa della natura. La festa inizia la mattina, nel bosco di Gallipoli, dove massari e contadini sono concentrati nel taglio della Cima.
La Cima è la chioma di un albero di agrifoglio di aspetto gentile, che sarà innestato ad Accettura sulla sommità del Maggio. Viene portata a spalla da Gallipoli Cognato da uomini aiutati da particolari bastoni biforcuti detti crocce, ottenuti dai rami degli altri alberi.
La discesa della Cima attraverso il bosco è accompagnata da canti e balli popolari. La distanza fra il bosco di Gallipoli ed il paese è di circa 15 Km, durante il tragitto sono effettuate più soste presso fontane. La sosta dura un'ora e serve principalmente a far riposare i cimaiuoli, vale a dire coloro che trasportano la Cima.
La scelta del Maggio, lo sposo, l'altra parte della Cima, si compie nel bosco di Montepiano. E' il cerro più alto e dritto fra gli alberi. Montepiano dista dal paese circa 5 Km. L'avvento del Maggio è annunciato da sonori rintocchi dei campanacci dei buoi, da pifferi e da zampogne.