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Portoni di cantine risalenti al periodo compreso tra la fine dell'800 e gli inizi del '900, fabbricate da artigiani locali e commissionati sicuramente da persone di alto rango, visto il prezzo (tra le 50 e le 150 lire valore di allora). Si prediligeva il legno di farna, una quercia tipica della zona, per la caratteristica di forte resistenze all'acqua e all'umidità. Gli alberi venivano tagliati in un periodo particolare dell'anno, gennaio o agosto, quando non erano in vegetazione. Una volta tagliato con "l'accett", il tronco veniva suddiviso in lunghe tavole che venivano esposte al sole di giorno e ritirate dentro la notte, per farle stagionare e disidratare. Per ogni portone servivano 5 tronchi, 2 solo per il telaio. Da questo momento in poi il lavoro passava nelle mani del falegname, o "maestro d'ascia", tagliava, limava, intagliava e rifiniva fino alla verniciatura finale con olio di lino. Le porte assumevano le forme più fantasiose in base anche alla volontà del committente. Esse venivano dotate di una particolare chiusura detta "il cardo" anch'esso opera di artigianato locale. Si tratta di un lucchetto particolare fissato alle due ante della porta con due chiavistelli in cui si inseriva la chiave.
Condizioni dell'immobile
Discrete
Restauro
Alcuni restaurati, altri in fasi di restauro.
Proprietà
Vari
Bene Vincolato
No